Belforte

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7a Rassegna Internazionale

di Scultura Radicondoli - Belforte

3 luglio - 16 agosto 2005

a cura di Gilberto Madioni

Comune di Radicondoli

Il  cerchio  della  vita

ANDREA ROGGI

 

 

"Tante volte i libri mi avevano parlato di opere meravigliose scolpite nel marmo di valenti artisti, e mi erano cadute

sotto lo sguardo fotografie di grandi monumenti passati immortali nel lungo cammino dei secoli, ma mai mi ero fermata dinanzi

ad uno di essi. Stasera mi sono accostata a quei marmi bianchi che la Natura creò immensi blocchi informi, e che l'uomo

paziente lavorò col suo scalpello fino a foggiarne delle figure così vere che sembrano sentire e soffrire." (Dina Ferri,

Radicondoli 1908- Siena 1930). Così Dina Ferri rifletteva intorno alla scultura, nel novembre del 1928, a Siena.

E proprio a Dina Ferri, alla sua poesia semplice, ma tormentata, alla sua femminilità, e alla natura rimasta sempre al

centro del suo cuore e dei suoi pensieri, la sensibilità di Andrea Roggi dedica lo studio di una scultura in bronzo. Vogliamo

ringraziarlo per questo, per la costante disponibilità, e per aver accettato di esporre le proprie opere in questa nostra terra,

terra senese di confine.

Di esporre a Belforte, in una sua personale, accolta nelle vie del centro storico. Che diviene galleria d'arte all'aria aperta.

Momento in cui le opere esposte si trovano a dialogare con chi sceglie di venire da queste parti. E con chi da queste parti

vive, per nascita e per scelta. Momento per interrogarsi, insieme a Roggi, e al suo mondo artistico, sull'uomo, sulla vita, sull'arte.

Che questa VII Rassegna Internazionale di Scultura possa continuare ad essere motivo e ragione in più per visitare il

territorio di Radicondoli, con i suoi perfetti scorci di campagna. Occasione per apprezzare il valore aggiunto che le sculture

di Roggi potranno comunicare a ciascuno di noi, in questa terra di Siena fatta di piccole belle cose, di grande autenticità, di

qualità e di poesia. Fatta di natura, di paesaggi perfetti, di cultura e di tradizioni.

E chissà cosa penserebbe Dina Ferri di una scultura a Lei dedicata… Da arte altra arte, e poi altra arte ancora…

L'Assessore

Daniela Brunetti

 

Arte, natura castelli

Quell'antica attualissima tentazione

La "7a Rassegna Internazionale di Scultura Radicondoli-Belforte" prosegue con lo scopo di far conoscere e valorizzare ulteriormente

queste terre a "due passi" dal capoluogo provinciale, oggi meta di turismo oltre che residenza abituale di ospiti provenienti

da varie parti di Italia e dall'Estero. Vi sono territori come questi, in cui sembra che per un incanto misterioso, il tempo si

sia fermato, ma non per evocare immagini di negletta arretratezza, come sottolinea l'Architetto Mariella Zoppi nella prefazione

del volume "Radicondoli ed il suo territorio", bensì per esaltare la purezza di un paesaggio, di un ambiente, in cui convivono in

armonia elementi naturali e testimonianze culturali.

Non stupisce che questo avvenga in Toscana, in una terra baciata dall'arte e dalla storia e dove il cielo ed il verde delle

colline, compongono una antica particolare atmosfera.

I lievi pendii ricoperti di campi, di boschi, diventano una sorta di sublimazione del "bel paesaggio" e compongono suggestioni

dove, la natura e la cultura, si uniscono definendo paesaggi, in cui la dolcezza dei profili collinari si scompone in ambiti più

ristretti definiti dai giardini, dai poderi, dai boschi che si alternano alle pievi, ai borghi, alle case, alle ville, ai castelli ed ai tabernacoli.

Di queste presenze sono particolarmente ricchi sia Radicondoli che Belforte. La stratificazione storica è parte fondante di

questo processo rapportato ad un'area abitata dagli uomini fin da epoche lontanissime, le cui testimonianze affiorano nella campagna

circostante ancora oggi. E proseguendo il cammino dei secoli, nel periodo medievale, il fiorire di castelli e borghi fortificati

testimonia una vera e propria esplosione di vita. Dai territori intatti come questi emerge tutta la "magia" della Toscana dai

suoi paesaggi evocativi, dai suoi tesori artistici, ma anche dalla sua concretezza dell'immediatezza e della capacità di comunicare

dei suoi abitanti. Appare la cultura della quotidianità, della ospitalità intelligente della sua gente, del suo vivere comune, delle

sue tradizioni popolari e della sua cucina. Vedere Radicondoli ed il suo territorio ed innamorarsene a prima vista è stata la molla

che ha fatto scattare in me la proposta di dare vita ad un evento artistico di livello internazionale, l'unico del genere nella nostra

provincia.

È nata così la Rassegna Internazionale di Scultura, giunta alla sua settima edizione. Assieme al Festival Musicale ha raggiunto

ormai livelli europei, rappresentando un evento culturale di grande rilevanza.

Un evento che nasce con il fine ultimo di richiamare l'attenzione di operatori del settore, galleristi, amatori dell'arte e della

natura, per la presenza di scultori di fama nazionale ed internazionale.

Un'impresa non certo facile quella di far sposare l'arte contemporanea con vie, vicoli, chiese, piazze, castelli, borghi, fuori

dai normali contenitori espositivi, in mezzo alla gente comune.

Oggi, con l’avvento -per fortuna in declino in tutto il mondo-, delle varie "sperimentazioni" in arte, verrebbe l'obbligo di

pensare alla condanna che incombe sulla stragrande maggioranza degli scultori italiani e pure europei, creatori di corpi, di anatomie,

di sembianze.

Il percorso attuale degli scultori, sia italiani che esteri, non è più quello della folgorazione improvvisa, della voluttà dirompente

verso il "fare" qualcosa, verso il far nascere qualcosa fra le mani, pur di sentire e di seguire l'istinto generativo, creazionale.

Per cercare le ragioni di questa compiutezza ideativa ed operativa, agli scultori contemporanei occorre non già risalire alle origini

della storia dell'arte, quanto a quelle della geografia dell'arte.

Una terra, anche quella senese, dal sapore europeo, impregnata di plasma estetico antico, quanto antica è la conoscenza

del mondo. Non è azzardato dire che la terra ed il nostro mare sono un inesausto giacimento di cultura e di espressione di antiche

civiltà. Basta scavare nel nostro paese con le mani per restare abbagliati dall'emozione del ritrovamento. In una terra come è

quella che caratterizza tutta la nostra provincia, pure il territorio di Radicondoli-Belforte, dove non solo i romani e gli etruschi

hanno lasciato tracce della loro arte, è impensabile opporre alle antiche vestigia architettoniche sculture contemporanee trasgressive

o derivanti da "assurde ricerche sperimentali". Sarebbe negativo opporre alla magnifica architettura di questi nostri antichi

comuni, espressioni scultoree che non abbiano almeno il contenuto di una cultura che ci giunge sino ad oggi da lontano, pur rigenerata

e ricercata.

La scultura contemporanea, quella vera, pulsante, vive splendidamente e si accosta alle vestigia delle nostre antiche costruzioni,

solo quando rispetta l'anima profonda che è riscontrabile in tutta la nostra arte, espressione di grande civiltà che ci deriva

dalle sue antiche origini.

Con questa 7a Rassegna, pur presentando espressioni d'arte moderna, abbiamo voluto rispettare quella cultura che caratterizza

al meglio l'arte europea, quella cioè dei grandi maestri dell'arte contemporanea.

Solo così crediamo di poter avvicinare il grande pubblico, quello fatto anche di gente semplice, verso forme molto più vicine

alla loro mentalità, al loro modo di intendere ed al loro spirito a volte fatto di normali valori spirituali, sufficienti tuttavia a far

apprezzare pure espressioni di arte contemporanea.

Gilberto Madioni

Critico d’arte

 

"E Dio creò la terra e creò l'uomo a sua immagine e somiglianza" : sembrerebbe questo l' inizio di una bella storia o favola con tanto

di "c'era una volta", se questa favola non facesse parte della sacra scrittura di uno dei più antichi testi religiosi esistenti: la Bibbia.

Il nostro potrebbe sembrare un riferimento irriverente, parlando di Andrea Roggi, valente scultore, pittore e poeta, che ha fatto della

sua attività artistica e della sua creatività, un credo personale in arte.

Già, perché Roggi inizia il suo cammino nel mondo dell' arte, dando vita al "Parco della creatività", che lascerebbe pensare ad un parco

di opere d' arte, nel caso specifico sculture da lui eseguite in bronzo, pietra, marmo, ferro e metalli preziosi, in uno dei tanti splendidi luoghi

della sua Toscana.

Invece per Roggi "l'arte o meglio la ricerca nell' arte" - sono parole sue - "è un mezzo ed un modello di sviluppo, quando non ha paura

di contaminarsi con le cose della vita". Le cose della vita rappresentano la quotidianità, la storia di un paese, la tradizione che esso esprime

nei gesti e nelle parole della sua gente.

Il Parco della Creatività di Roggi, è un immenso "laboratorio" di ricerca di

idee nel mondo dell'arte, esempio concreto di come un sogno si possa tradurre

in realtà se si ha la forza e la capacità di poterlo condurre a fondo. Il suo

"parco" sta dentro una precisa dimensione dello spazio, che è la campagna di

Manciano, dove Roggi è nato, cresciuto, vive ed ha lo studio, nella ubertosa

Valdichiana nella campagna toscana, scrigno ideale per l' arte; un'arte che si

ritrova nella storia dei secoli più antichi, forse fin da quando un Essere superiore

o una entità cosmica, "dette vita alla terra ed all'uomo". Qui, in questo

angolo della Toscana, dove tutto parla d'arte, e che del passato ha lasciato

tracce dei primi uomini, degli etruschi, dei romani, degli uomini del Medioevo,

del Rinascimento sino a giungere ai giorni nostri, si è formato il maestro di

Castiglion Fiorentino. In questa terra di uomini famosi, di Santi, che hanno

caratterizzato la vicina Cortona, Roggi si è creato quasi una religione di vita.

La vita veduta come un dono di una entità superiore, che l'uomo deve difendere

dal momento in cui apre gli occhi al mondo, sino alla morte, per riprendere

attraverso i figli, così, per l' eternità. Credenze di sapore cristiano cattolico

quella di Roggi o religione del cuore? Indubbiamente come i cristiani ravvedevano

nel pesce il ciclo della vita e della morte, per rinascere a nuova vita,

così Roggi in tutte le sue opere, siano esse sculture o dipinti, lascia spazio alla

sfera o al cerchio, simboli di perfezione che rappresentano un' energia che

La rotta dell’animo e dei sentieri dello spirito

nella scultura di Andrea Roggi

di Gilberto Madioni

muove tutto, attorno agli esseri viventi.

Come la massoneria ravvedeva nella perfezione del triangolo il muoversi eterno dell' universo cosi Roggi, si è dato una religione, che

abbiamo definito del cuore, che caratterizza tutte le sue opere in arte.

Il suo è un concetto di religione universale, una difesa estrema delle radici dove ognuno di noi nasce e vive, radici da tramandare attraverso

i figli e nel suo caso attraverso l'arte; un messaggio da difendere per far apprezzare anche a chi viene da altri paesi o civiltà, ciò che

si trova nella sua terra nativa.

Ci potremmo chiedere perché per il "Parco della Creatività", Roggi ha scelto di dare vita ad un monumento di oltre quattro metri di

altezza che campeggia al centro dell' area dedicata a Roberto Benigni, autore ed interprete del film "La vita è bella", una storia di vita e di

morte che ha procurato all' Italia riconoscimenti nel campo cinematografico in tutto il mondo, assicurandoci pure diversi Oscar.

Sembrerebbe una contraddizione da parte di un artista. Dedicare un monumento ad una persona anche famosa in quello specifico settore

culturale, ancora giovane e vivente. Non è un caso l' autore del film "Pinocchio" che ha seguito nel tempo "La vita è bella", sia nativo a

due passi da Manciano in quella frazioncina in mezzo ai campi, detta "Misericordia", dove Benigni è nato ed ha vissuto la prima adolescienza

 

scenza con i suoi genitori, umili contadini. Ma il monumento a Benigni, non

vuole essere uno specifico omaggio al celebre attore da parte di Roggi, quanto

un esempio di quella vita che corre e scorre e che fa parte della sua filosofia

o teoria in arte. Un luogo di incontro di bambini ed anziani, quel Parco iniziato

da Roggi e che a settembre prossimo, dovrebbe espandersi in un'area

acquistata dal maestro aretino, che sorge attorno al grande laboratorio o fucina

di idee della casa del maestro, dove trovasi pure un museo personale (oltre

duecento sculture di Roggi esposte all' interno), con accanto centri di fusione

o microfusione, dove l'arte si coniuga con la vita quotidiana del maestro, con

figli e nipoti ancora in età scolare, moglie anch'essa impegnata nell' arte orafa

e mamma a tempo pieno ed i genitori dello scultore che lo affiancano per dare

vita al Parco stesso: quella contaminazione dell' arte, con la vita di ogni giorno,

di cui Roggi non solo a timore, ma che rappresenta per lui sale della sua vita da artista. E quel monumento a Benigni, una specie di

"burattino" divertente ed allegro, che anticipa la favola del Pinocchio di Collodi, interpretata poi dallo stesso Benigni, non è un allegro

omaggio alla vita? Il ciclo di Pinocchio o del gioco, che l'artista sta affrontando attualmente, forse prendendo proprio spunto da Benigni

uomo in carne ed ossa, ma dalle movenze naturali dal fisico quasi ligneo, che ricorda il vero burattino Collodiano, si muove e nasce nel

laboratorio di idee del Parco, alternandosi a sculture di Santi (vedi lo splendido monumento realizzato ed inaugurato recentemente da

Roggi a Cortona dedicato a Santa Margherita o quello a San Donato, antistante all' ospedale di Arezzo, che porta quel nome, o la splendida

realizzazione di Santa Caterina da Siena, in versione europea, progetto presentato a Castiglion d' Orcia nella Rocca di Tentennano,

ed in procinto di una futura realizzazione a versione naturale).

A luglio attende Andrea Roggi, la "VII Rassegna Internazionale di Scultura Radicandoli Belforte", che vedrà le sue sculture in una personale

per le vie, i vicoli, gli angoli medievali di Belforte, antico comune in terra senese. Lo scorso anno vi si tenne la mostra del maestro

senese Alberto Inglesi, con le sue splendide opere cariche di sensualità, quest'anno Roggi si presenta con opere che pur nella loro moderna

classicità, avranno messaggio della sua teoria "religiosa", dell'amore alla vita, dove anche un bacio fra innamorati (sarà il tema del manifesto

della mostra che vedrà nell'incontro delle bocche dei due amanti la presenza della sfera, unione della vita, completamento di un atto

vitale, espressione di amore profondo). A Belforte Roggi porterà anche uno studio in bronzo, dedicato alla poetessa pastora Dina Ferri,

nativa di quei luoghi. Un dono a quella Amministrazione Comunale, per uno stimolo alla realizzazione di un monumento naturale alla Ferri,

in difesa di quelle radici e tradizioni da tramandare ai posteri, attraverso i giovani, per non "dimenticare", quello che la giovane poetessa

cantò attraverso i suoi versi,di quella meravigliosa terra della Montagnola senese, fatta di boschi, di prati, di pascoli, di vita semplice, di

orizzonti senza fine, di tramonti dorati, di visioni del mare lontano, di un mondo tanto bello e vasto cui solo un grande creatore aveva

potuto dare vita, e che la giovane poetessa si trasportò nel cuore, nell' immaginazione e nella fantasia, negli ultimi giorni di vita trascorsi

all' ospedale di Siena, lontana dal luogo tanto amato.

Il Pinocchio di Roggi rientra nel discorso della toscanità, come le poesie di Dina Ferri, apprezzate dal grande Mario Luzi, che fra queste

parti trascorreva giorni di vacanze estive.

Questo è Andrea Roggi, artista scultore già noto, la cui ricerca in arte è sostenuta da una filosofia personale che ne fa un artista originale

ed unico.

I l cerchio del l a v i t a